L’odierna liturgia della Parola sollecita i credenti a riscoprire il valore della gratuità. Ciascuno è invitato a vivere, secondo la per- sonale vocazione, nell’amore au- tentico a Dio e al prossimo.

Il brano del vangelo comincia con un’invocazione a Gesù: “Accresci in noi la fede!”. Per comprendere il motivo di tale ri- chiesta occorre tenere presente l’insegnamento, che Gesù ha ap- pena pronunciato, sull’inevitabilità degli scandali e sulla necessità del perdono illimitato (Lc 17,1-4). È evidente che quelle parole di Ge- sù avevano impressionato i disce- poli. Ed essi avevano capito che per poter superare gli scandali, oltre che non causarli, e per riu- scire a perdonare in maniera illi- mitata, occorre un supplemento di fede, che venga in soccorso alla fragilità umana. Questa fede è un dono che solo il Signore può dare e accrescere.

A Gesù non interessa la “quantità” della fede, ma la sua “qualità”. Essa infatti è la capaci- tà e la possibilità del credente di fidarsi totalmente di Dio, sen- za alcuna riserva, permettendogli così di manifestare la sua poten- za e di operare quei prodigi, che gli uomini non sarebbero in gra- do di attuare, come per esempio di perdonare senza stancarsi mai.

La fede è legata alla grazia, al dono che viene dall’alto; non è una conquista umana, ma è as- secondata dal comportamento umano. Quali sono gli atteggia- menti richiesti? Un animo retto, che ricerca la verità e la giustizia; essere misericordiosi, capaci cioè di vivere nell’accoglienza; la capacità di fidarsi di Colui che può sostenerti quando la vita presenta difficoltà umanamente insopportabili; la fede poi ci porta anche nel campo dell’“inutilità”; infine, essa caratterizza chi si lan- cia in un progetto apparentemen- te superiore alle sue forze: basta pensare ai fondatori di famiglie religiose e carismatiche.

Scarica Camminiamo Insieme del 2 ottobre 2022