Se Dio è diventato il tutto della mia vita, lo devo a Walter, un vero cristiano che per me è stato come un fratello maggiore. Dopo la morte di mio padre, si erano susseguiti anni bui con esperienze molto negative. Il mio rapporto con la religione era praticamente inesistente.

La forte delusione per non aver potuto accedere all’Accademia aeronautica, cui tenevo molto, la considero ora una grazia, come una “sveglia” per capire di aver perso ciò che dava senso alla vita: Dio. Lui sì che mi avrebbe proposto altri voli e altre acrobazie.

Ero dunque uno alla ricerca quando incontrai per la prima volta Walter. Mi fece impressione la sua esperienza concreta in famiglia, nel lavoro, nel sindacato e nella donazione al prossimo. Da allora lui riuscì sempre a riportarmi al senso del reale, sollevandomi però ad una realtà che stava a un livello superiore.

Mi insegnò la coerenza all’ideale cristiano in famiglia: saper essere “solo” con Dio e al tempo stesso unito agli altri, e come queste due cose non fossero in contrasto, ma dipendessero l’una dall’altra.

Ettore – Italia