Nella residenza per anziani dove sono ospite, davanti al distributore del caffè solitamente scherziamo o parliamo di cose senza importanza, ma se siamo solo in due, come quella volta con Franco, una capacità di ascolto facilita colloqui come questo: «Dovremmo pregare sempre». «Mille preghiere al giorno?». «No, certamente». «E allora?». «Fare come Gesù che era sempre in colloquio col Padre». «Ma ti pare possibile?». «Sì, prendendo alla lettera il Vangelo, come quando lui comanda di amarci gli uni gli altri, aggiungendo “come io ho amato voi”». «Lui però è morto in croce». «Ci sono molti modi di morire per amore: per esempio, far tacere il proprio io che vorrebbe sempre affermare sé stesso, ascoltando l’altro fino in fondo». «Non è facile…». «Possiamo provare». Il caffè è finito.

Giorni dopo Franco, che ci vede poco, mi confida: «Quando incontro gli altri ospiti, non distinguo i loro lineamenti, ma faccio come se li riconoscessi. Ricordando ciò che ci siamo detti, cerco di vedere in ciascuno di loro un Gesù al quale do il mio fraterno saluto».

G. – Italia