Nostro figlio aveva sposato L. sull’onda della contestazione, scambiando per amore la comune fede politica. Io l’amavo come una figlia e ne apprezzavo le doti di sensibilità e attenzione verso gli ultimi della società. Quando, dopo appena un anno di matrimonio, entrambi sono venuti a comunicarci la difficoltà di continuare una vita insieme, ero quasi preparata a questo annuncio.

A perderci è stato soprattutto il nostro ragazzo, che aveva impegnato tutto se stesso nella costruzione di un rapporto coniugale vero. Quanto a L., più che giudicarla, ho cercato di tenere presente quanto di bello e di positivo avevo colto in lei prima e di considerare la situazione con occhi di madre.

I suoi genitori, constatando che dalla nostra bocca non era uscita mai, né con loro né con altri, una parola di giudizio nei confronti della figlia, hanno espresso la loro stima per quest’atteggiamento e hanno continuato a mantenere con noi un rapporto fraterno. Da allora sono passati molti anni. L. ci considera ormai un punto fermo della sua vita.

F.B. – Francia