Pregavo il rosario quando, giunta al 2° mistero gaudioso (la visita di Maria a Elisabetta), ho avvertito la spinta a far visita a un’anziana con l’Alzheimer. Mentre andavo e mi chiedevo se mi avrebbe riconosciuta e cosa dirle, mi sono ricordata che poche ore prima avevo ricevuto l’Eucaristia e, fatte le debite proporzioni, anch’io – come Maria – portavo Gesù in me: lui sì avrebbe saputo cosa fare e cosa dire a quella sorella ammalata.

Dopo averla abbracciata, le ho fatto sentire sul mio smartphone una preghiera che iniziava così: “Prendi le mie mani, Signore. Stammi sempre vicino”. E intanto anche noi ci siamo prese le mani e ci accarezzavamo le braccia, il volto. Lei, che in genere si lamenta e stenta a parlare, ripeteva gioiosa: “È bellissimo!”.

Al pensiero che in lei abbracciavo tutti coloro che si sentono soli e, identificati con Gesù sulla croce, soffrono nel corpo e nello spirito, ho provato un’emozione fortissima. Sono tornata a casa con una gran voglia di trascorrere quella giornata in continuità col momento di grazia appena sperimentato.

Giovanna – Italia