10 settembre 2023 – XXIII domenica Tempo Ordinario
Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro (Mt 18,20)
Matteo nel capitolo 18 ha raccolto il quarto (su cinque) dei discorsi di Gesù, che costituiscono quasi le colonne del suo Vangelo. La pagina odierna, che è stata chiamata anche “La Regola della Comunità cristiana”, il “discorso ecclesiale”, è attenta a definire la vita, il comportamento, il governo della Chiesa.
Una delle questioni affrontate con particolare calore è proprio quella della correzione fraterna, che è in certo senso la missione della sentinella nei confronti dei pericoli che il fratello può correre. Gesù non incoraggia affatto la caccia agli errori altrui, ma ci dice: “va e ammoniscilo fra te e lui solo”. Dunque la prima cosa da fare, dice Gesù, è quella di non tirarsi indietro quando si nota che il fratello ha imboccato la strada sbagliata. È necessario il dialogo personale (è questione cioè di cuore), che stabilisce un’intimità, che permette di sciogliere le incomprensioni e di rispettare meglio la dignità e l’onore del fratello.
Talvolta, però, è necessario ricorrere ad un secondo mezzo, quello dei testimoni. Infine alcune volte la situazione, molto più grave, richiede di ricorrere all’intera assemblea ecclesiale. E “se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano” (v 17); cioè, quando è stato tentato tutto il possibile, tutto viene rimesso all’iniziativa misericordiosa del Padre, cui solo spetta il giudizio definitivo.
I vv 9 e 20 chiudono il tema della correzione fraterna mettendo in luce l’efficacia della preghiera comunitaria e dell’amore reciproco, che permettono la presenza di Gesù stesso nella comunità. Perché solo una comunità unita e concorde sperimenta la presenza del Signore Risorto. Solo una comunità riconciliata, costituisce il luogo e la garanzia della presenza del Signore in mezzo ai suoi.
Il brano evangelico odierno allora permette di cogliere la vita della comunità cristiana come una realtà preziosa, nella quale ognuno è responsabile di tutti e deve impegnarsi per la salvezza di tutti con l’azione personale, la pazienza, la delicatezza, l’amore reciproco e la preghiera comune.