29 ottobre 2023 – XXX domenica Tempo Ordinario 

Amerai il tuo prossimo come te stesso (Mt 22,39) 

Raggiunta Gerusalemme per l’ultima e definitiva stagione della sua vita, Gesù è presentato da Matteo in un dibattito serrato con i teologi e i rappresentanti gerarchici del giudaismo ufficiale di allora. Quella che oggi leggiamo è la terza polemica (Matteo ne presenta cinque), la più significativa. Essa tende ad illustrare in modo vigoroso l’originalità del messaggio cristiano, che pure parte da una base biblica comune al giudaismo. “Un dottore della Legge lo interrogò per metterlo alla prova…”: Gesù risponde alla domanda “Qual è il più grande comandamento della Legge?”, citando il Deuteronomio (6,5) “Amerai il Signore tuo Dio…” e il Levitico (19,18) “Amerai il prossimo tuo come te stesso”.  

Gesù vuole suggerire l’amore come impostazione di fondo dell’intera esistenza. Con un atteggiamento di amore infatti tutti i comandamenti, anche i più piccoli, diventano importanti perché sono espressione di un amore permanente e totale. È come un po’ quello che avviene, ad esempio, nell’amore di una mamma: il suo amore materno è come una luce di fondo che si riflette su tutti i suoi gesti, sia sull’atto eroico, sia su quello modesto, come la preparazione al mattino di una colazione o di un vestito.

Gesù mette i due amori, a Dio e al prossimo, in una perfetta posizione di parità: “il secondo è simile”, cioè è importante come il primo. Per Cristo la dimensione verticale (amore a Dio) e quella orizzontale (amore al fratello) sono inscindibili, si incrociano e si vivificano reciprocamente. Quanto più Dio viene messo al centro del proprio cuore, tanto più l’uomo si ritrova al centro. Sicuri che dove c’è di mezzo Dio, protagonista è sempre l’uomo e dove c’è di mezzo l’uomo, protagonista è sempre Dio. Così ha fatto Gesù, così siamo chiamati a fare noi, discepoli di Gesù.

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