Fin dai tempi del liceo mi ero resa conto di non essere gran che avvenente. I ragazzi mi scartavano, attirati dalle più belle. E se qualcuno mi avvicinava lo faceva solo per sfruttarmi. Così il mio aspetto fisico stava diventando una vera ossessione.  

Un giorno una compagna d’università mi ha invitata a fare dopo-scuola con lei ai bambini disagiati. Ho accettato. Ci recavamo tutti i giorni in un quartiere piuttosto squallido della periferia. L’accoglienza di quella gente, l’affetto nei miei riguardi mi hanno conquistata al punto che è diventato quello il centro della mia vita. E i problemi che mi avevano così fortemente condizionata? Scomparsi! 

Veniva con noi a darci una mano con quei bambini uno studente di medicina. Un giorno mi ha sorpresa, chiedendomi se fossi una psicologa. Certo che non lo ero, ma a sentir lui il mio modo di trattare la gente manifestava una grande misura di competenza e delicatezza, una vera maternità. 

Abbiamo lavorato più volte insieme fino a scoprire di essere innamorati. Ora abbiamo una famigliola felice che sa accogliere tanti. 

C.F. – Italia