28 gennaio 2024 – 4a domenica Tempo Ordinario
Insegnava loro come uno che ha autorità e non come gli scribi (Mc 1,22)
Il vangelo di oggi è ambientato nella sinagoga di Cafarnao: “Giunsero a Cafarnao e subito Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, insegnava”. Gesù porta la parola perfetta e definitiva di Dio. Egli insegna “come uno che ha autorità”. Per Marco è determinante l’azione dell’insegnare: è l’agire tipico di Gesù. Tanto che in un primo momento Marco non parla del contenuto di questo insegnamento. Sono le azioni di potenza di Gesù che dimostrano il suo “insegnare con autorità”, come la liberazione dell’uomo nella sinagoga del brano odierno.
E se ci chiedessimo perché l’insegnamento di Gesù è autorevole e lui stesso è giudicato dai presenti come maestro potente, potremmo dire che egli parla e insegna per diretta autorità, non è un Rabbì di scuola come gli scribi, che si fondano sulle spiegazioni della Scrittura apprese da altri. Inoltre, Marco attesta come l’autorità delle parole di Gesù appare nel fatto di essere accompagnata da azioni potenti. La parola di Gesù non si spegne quando è detta, anzi è proprio allora che incide potentemente sul male. La parola di Cristo penetra nella nostra storia e intraprende un processo di annientamento del male. La sua parola ha una forza creatrice e liberatrice. Tutti noi ne abbiamo bisogno per sterminare i “demoni” segreti che abbiamo dentro di noi. L’efficacia è la qualità della vera parola.
Quante volte abbiamo sperimentato nella nostra vita la potenza della parola di Gesù! Essere terreno buono nel quale cade il seme della parola: esso attecchisce e porta frutto ora il trenta, ora il sessanta ora il cento per uno. E sappiamo per esperienza che nelle parole di Gesù c’è tutta la forza dell’amore: un amore limpido, totale, smisurato, senza remore, offerto fino in fondo.