11 febbraio 2024 – 6a domenica Tempo Ordinario

Se vuoi puoi purificarmi (Mc 1,40)

Al centro del vangelo di questa domenica c’è l’incontro tra un lebbroso e Gesù. Un incontro speciale motivato da una necessità di vita da parte dell’uomo malato, che diventa un modo esemplare di come avvicinarsi e credere in Gesù. Esso è una manifestazione pubblica dell’inviato di Dio, un modo di annunciare la parola del vangelo, provocando un fecondo capovolgimento dei ruoli.

Il lebbroso si avvicina a Gesù supplicandolo in ginocchio: “Se vuoi, puoi purificarmi”. Questa posizione esprime la sua angustia e mira a prevenire un possibile rimprovero da parte dei presenti. L’uomo non chiede a Gesù che lo tocchi, né domanda direttamente che lo risani. Il malato è umile e insistente, “lo supplicò”. L’uomo manifesta con tali parole la sua fiducia assoluta nel potere di Gesù (“se vuoi, puoi”). Egli desidera che Gesù elimini l’ostacolo che gli impedisce di avere relazioni con gli altri e possa prendere parte a quel regno di Dio, che viene annunciato dal Messia. Questa preghiera di fiducia del lebbroso riconosce a Gesù una potenza divina. E la vista dell’uomo, la sua malattia generano in Gesù un fremito di compassione. Gesù stendendo la mano, lo toccò e disse “Lo voglio, sii purificato” (v 42). La liberazione avviene immediatamente, secondo la parola: la preghiera del lebbroso è stata esaudita.

Gesù insegna a coinvolgersi, a farsi vicini, a toccare e lasciarsi toccare. Ci sono piccoli gesti che ci permettono di curare chi sta male, condividendo la sofferenza: un abbraccio, un sorriso, una stretta di mano, uno sguardo di comprensione. Avere tatto significa relazionarsi con delicatezza e con tenerezza con l’altro. Gesù non teme di sporcarsi le mani con la vita di questo povero. Cerchiamo anche noi di condividere con chi ci è vicino un tratto di strada.

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