25 febbraio 2024 – 2a domenica di Quaresima

Le sue vesti divennero splendenti (Mc 9,3)

Nel vangelo della seconda domenica di quaresima, appuntamento fisso è il racconto della Trasfigurazione. Esso vuole mostrarci come ogni credente non solo è diretto sulla strada verso il Golgota, ma anche sulla via della risurrezione.

Gesù ha da poco annunciato agli amici la sua passione, morte e risurrezione. Questa comunicazione sbilancia gli equilibri del gruppo dei discepoli. Per riequilibrare gli scompensi degli apostoli all’annuncio della sua morte, Gesù ne porta tre su un monte alto e si trasfigura davanti a loro. Cristo partecipa dello sfolgorare della divinità e gli occhi degli apostoli si affacciano, sia pure per un istante, sul mistero nascosto sotto la fisionomia storica di Gesù. Espressione esterna di questo evento indicibile sono le vesti di Gesù stesso, che diventano bianchissime, splendenti.

Nell’antichità i vestiti sono il segno dell’identità personale; da essi si distingueva subito il ricco dal povero, il possidente dal nulla-tenente. Per evidenziare la condizione “altra” di Gesù addirittura si aggiunge la nota sullo splendore delle sue vesti, che non dipende da nessuna operazione di pulitura: “nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche”. Il bianco è il colore dell’area divina tant’è vero che anche l’Apocalisse presenterà gli eletti rivestiti di vesti candide, perché partecipi della comunione con Dio.

Da quel momento gli apostoli hanno negli occhi quella luce “splendente” e negli orecchi quella voce: è come avere una lampada segreta che non elimina la notte, le perplessità, le esitazioni, le difficoltà, ma che consenta di continuare a cercare, a camminare, ad attendere. Lungo questo cammino non siamo soli: il Risorto è con noi. Lo fa con i sacramenti; lo fa con la sua Parola, che noi possiamo ascoltare e mettere in pratica.

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