La passione secondo Marco, che ascoltiamo in questa domenica delle Palme, può essere suddivisa in tre parti: gli ultimi momenti di Gesù con i suoi discepoli; il processo; la morte.
Il racconto della crocifissione, con la morte del condannato Gesù, contiene la scena vertice di tutta la narrazione. Marco lo dice
senza giri di parole: “ Avendolo visto spirare in quel modo …” . In effetti quello che appare guardando Gesù condannato, è uno stile, un modo di vivere, di reagire, degli atteggiamenti e dei comportamenti che decisamente sconcertano.
Leggendo il vangelo di Marco ci accorgiamo che Gesù non ha opposto resistenza, si è lasciato condurre, non ha risposto alle accuse. La sua vita intera, corpo e sangue, viene versata nel “tesoro” di Dio “per la moltitudine”. Ha la percezione lucida di quanto sta accadendo: “ ecco il Figlio dell’ uomo viene consegnato nelle mani dei peccatori” (Mc 14,41). I discepoli lo abbandonano, Pietro lo rinnega. E tuttavia Gesù rimane padrone di sé, va fino in fondo. Le umiliazioni, le percosse, gli
insulti, le provocazioni, non accendono in lui né risentimento, né rancore, né desiderio di vendetta. Tutto questo sconcerta,
ma ispira una professione di fede sorprendente: Dio si è rivelato nella debolezza, nella fragilità di un condannato che ha continuato ad amare, sino alla fine, nonostante tutto. Dio si è manifestato non nell’esibizione della forza, ma nella vicenda di uno che ha accettato di offrire la sua vita per tutti gli uomini. Ecco cosa colpisce il centurione. Ecco cosa lo convince di trovarsi davanti al Figlio di Dio. E nelle sue parole possiamo riconoscere anche noi. Sarà l’amore a pronunciare l’ultima parola sulla storia, quell’amore sempre indifeso ed esposto, ma, proprio attraverso la sua fragilità, capace di cambiare i cuori.

Scarica Camminiamo Insieme del 24 marzo 2024