Recentemente ho avuto modo di assistere una mia vicina affetta da un male incurabile. Non ci frequentavamo molto, ma quando si è ammalata mi ha cercata, ha voluto che le stessi vicino, che l’aiutassi. Quasi tutti i giorni andavo da lei, e lo facevo con rispetto e amore. Sentivo che Dio mi affidava un compito grande: accompagnare questa persona da lui, aiutarla a fare il passo serenamente. Sono stati momenti preziosi che mi mettevano davanti alla mia coscienza; quando le parlavo era come se parlassi anche a me, e la mia vita faceva una sterzata verso i valori che non passano.

In questo mio andare da lei era coinvolta l’intera mia famiglia; tutti si interessavano, pregavano, per tutti era un invito a mettere a fuoco l’essenziale. Al suo funerale mi è stato chiesto dai famigliari di darle l’ultimo saluto a nome di tutti. Dapprima sono stata sorpresa ed un po’ a disagio, poi ho accettato volentieri: con lei c’era stato un legame forte d’anima, di verità e di grande intensità che rimane anche dopo la morte.

(L. C., Italia)