14 aprile 2024- 3a di Pasqua

At 3,13-15.17-19 / 1Gv 2,1-5a / Lc 24,35-48

il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno!

(Lc 24,39)

Il discorso sulla risurrezione di Gesù è ricorrente in queste domeniche: si tratta del punto centrale, della questione prima e fondamentale da cui dipende tutta la logica della fede cristiana. Senza la verità della risurrezione di Gesù da morte – quella verità di cui Gesù stesso cerca di persuadere i discepoli invitandoli a guardare le sue mani e i suoi piedi con i segni della crocifissione e mangiando con loro – senza la verità della risurrezione di Cristo, tutto il cristianesimo diventerebbe un’assurdità, un totale nonsenso. Per dirla con S. Paolo: «Se Cristo non è risuscitato, allora è vana la nostra predicazione ed è vana anche la vostra fede» (cf 1Cor 15,1-34).

Ma se è vero – come è vero – che il Signore è risorto, allora non possiamo stancarci di sentirlo dire e di ripeterlo a nostra volta: come una notizia così grande e così bella da riempirci il cuore, tanto da avere sempre in mente questo pensiero e sentire il bisogno di dirlo a tutti: Gesù Cristo è davvero risuscitato da morte! Ma pensa cosa vuol dire!…

Vuol dire, per esempio, che Dio stesso garantisce la verità di ciò che Gesù ha insegnato. Vuol dire che allora possiamo fidarci della sua parola. Vuol dire che allora dobbiamo convertirci nel nostro modo di ragionare e di vivere, per comportarci in ogni cosa secondo l’esempio e l’insegnamento di Gesù stesso… È tutto logico.

Se Gesù il crocifisso è davvero risorto, allora la «questione Dio» va presa sul serio nella vita. E allora va presa sul serio anche la questione del «peccato», che in un modo o nell’altro consiste sempre nel rifiuto o nel non riconoscimento pratico della realtà di Dio (tale è, di fatto, ogni «disobbedienza», ogni comportamento contrario ai «comandamenti di Dio»). Cristo crocifisso-risorto è il segno definitivo e certo del perdono di Dio perennemente offerto a ogni uomo che si riconosce peccatore. Egli è nostro «avvocato difensore» proprio perché ha preso su di sé il peso dei peccati di tutti gli uomini nella sua passione (cf 2ªlettura). «Nel suo nome», con la garanzia di verità della sua risurrezione, dagli apostoli in poi vengono «predicati a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati…» (cf Vangelo).

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