28 aprile 2024- 5a di Pasqua

At 9,26-31; Salmo 21; 1Gv 3,18-24; Gv 15,1-8

Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto

La vera vigna è la comunità di coloro che aderiscono a Gesù, come i tralci al ceppo. Solo chi resta unito a Gesù, come il tralcio alla vite, appartiene alla vigna del Padre. Il discepolo che segue Gesù è chiamato, ogni giorno, a dare la sua risposta alla Parola e così è innestato in Gesù.

La Parola di Gesù, accolta e vissuta, è come un seme di rinascita e come un germe di vita, destinata a crescere incessantemente in chi la vive. Una fedeltà sempre più grande alla Parola è la condizione di ogni attività apostolica. Il tralcio può avere forza apostolica tanto in quanto è radicato nel Signore, dando testimonianza di Lui nelle sofferenze, nelle prove e persino nella morte.

Questa inabitazione di Cristo è una fedeltà forte e coraggiosa, virile e quotidiana. Perché questa fedeltà del discepolo è garantita dalla fedeltà del Signore: “io in lui”.

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