Un giorno a scuola dovevamo svolgere un compito: esprimere attraverso un disegno o uno scritto il tema della solidarietà. Io ho proposto di lavorare insieme, ma subito però, mi sono accorto che nessuno voleva nel proprio gruppo Maurizio, un compagno che spesso viene escluso e preso in giro da tutti gli altri. Lui, demoralizzato, continuava a ripetere che questo lavoro l’avrebbe fatto a casa con sua sorella.
Vedendolo così triste, ho capito che ancora non avevo fatto tutta la mia parte per aiutarlo ad inserirsi con il resto della classe. Così l’ho invitato a venire nel mio gruppo, anche se gli altri miei compagni lo rifiutavano. Quando, nel pomeriggio, dopo avergli telefonato, sono passato a prenderlo con la bici, lui mi aspettava già fuori sul cancello, tutto sorridente.
Quando siamo entrati a casa di Elisa, che mi aveva dato il permesso di portarlo, gli altri miei compagni ci hanno guardato con tanta meraviglia e hanno cominciato a protestare. Allora io ho spiegato che mi sembrava inutile fare un disegno sulla solidarietà se prima non eravamo solidali tra di noi e, loro dopo avermi ascoltato, mi hanno dato ragione.
Così abbiamo lavorato insieme e alla fine della giornata eravamo proprio soddisfatti. Da quel giorno anche Maurizio è diventato amico di tutti.
Michele