Da due mesi non riceviamo più lo stipendio e con mia moglie cerchiamo di amministrare con molta attenzione quel poco che ci resta. Siamo preoccupati: non riesco a trovare un nuovo lavoro. Una sera, tornando a casa, ci siamo imbattuti in un tafferuglio, ci fermiamo per vedere cosa succede. È una che, come noi, da due mesi non riceve lo stipendio e non può pagare il suo creditore. Il creditore urlava: “Ora basta, vengo a casa tua e prendo la tua radio!” (che costa molto di più). E il debitore: “Ti prego aspetta, appena ricevo i soldi, ti pago!”. Ma l’altro non voleva sentire ragione. Noi avevamo in tasca i pochi soldi che il creditore voleva, li tenevamo per la nostra famiglia, ma quella lite continuava e stava per degenerare. Quella brutta scena ci rattristava. Insieme abbiamo allora deciso di aiutare quel creditore. Gli abbiamo dato tutto quello che avevamo con noi, quei soldi bastavano e in un attimo la pace fu fatta. Siamo tornati a casa, contenti di aver portato la pace. Dopo qualche giorno, arrivando a casa la sera abbiamo trovato quel “debitore”, era venuto a renderci i soldi. Come aveva fatto a sapere dove abitiamo? Per noi è inspiegabile perché non ci conosceva. Questa ci sembra la risposta dell’Eterno Padre.

E.L., Man

Tratto da Camminiamo Insieme del 23 novembre 2014