Quando anche nel mio paese è cominciata la guerra, ci siamo trovati senza acqua ed elettricità, e cominciava a scarseggiare anche il cibo. Un giorno mi sono chiesta come aiutare concretamente gli altri. Mi è venuta un’idea. Ho preso l’ultima farina rimasta in casa, ho fatto il pane e l’ho distribuito fra i vicini di casa che avevano bisogno. Il giorno dopo ci è arrivato altro cibo e, anche se condividevamo tutto, non ci è mancato mai il necessario.

Poi è venuto il momento di dover lasciare il paese. Siamo partiti con la mia famiglia e altre persone, ventitré in tutto. Ciò che mi ha dato forza anche in questo momento è stato affidarmi a Dio e non pensare a me, ma al fratello vicino. Un sorriso, una parola, un ascolto, anche questo era dare, e quando riuscivo a farlo ritornava in me la serenità.

Siamo arrivati, dopo un lungo e faticoso viaggio, in un posto sicuro, fra amici del Movimento che avevano preparato per noi la loro casa. Al calore del loro amore mi sono ritornate le forze e la speranza.

Dopo qualche tempo però ho sentito che l’amore che avevo trovato lo dovevo portare ad altri. Ora mi trovavo bene, ma come dimenticare chi invece era ancora nel dolore? Questo pensiero era sempre più insistente e così sono ritornata al mio paese. Il quadro che mi si è presentato davanti era davvero tragico: tutto distrutto, irriconoscibile, il paese pieno di profughi…

Ho cominciato a lavorare in un centro di assistenza sociale. Avevo provato le esperienze di questa gente e così potevo capire meglio, consolare, aiutare. Per questo, quando sono venuta a sapere che non sarei stata assunta stabilmente, ho deciso di rimanere e di lavorare senza essere pagata. Non era facile e tante volte mi è venuto lo scoraggiamento e il dubbio di continuare.

Un giorno, in uno di questi momenti, sono andata al mercato. Senza guardare il venditore ho chiesto il prezzo di una verdura. Ma al posto del prezzo mi sento dire: «Per lei è gratis. Non posso dimenticare quando lei mi ha aiutato». Mi sembrava di capire che non ero in quella città, in quel posto di lavoro per caso, ero lì per amare la mia gente.

Qualche tempo dopo sono stata assunta stabilmente. Era il Vangelo che si realizzava!

– Sud-est europeo

Tratto da Camminiamo Insieme del 31 gennaio 2016